Review Tour: Un piccolo odio

Review Tour: Un piccolo odio

Buongiorno, lettori! Oggi partecipo al Review Tour dedicato al nuovo romanzo di Joe Abercrombie, Un piccolo odio, edito da Mondadori, che ringrazio per la possibilità della lettura in anteprima!

TRAMA

Savine dan Glokta è la figlia dell’uomo più odiato del regno, l’Arcilettore, a sua volta pronta a diventare la serpe più velenosa degli affari e delle industrie, se questo le garantirà un primato in un mondo in cui sembrano comandare solo gli uomini. Leo dan Brock, il Giovane Leone, attende di essere nominato Lord Governatore per respingere le aggressioni di Crepuscolo il Possente e dei suoi uomini del Nord, ma imparerà che le leggende degli eroi nascondono molte zone oscure, fatte di tradimenti e compromessi. Vick si è unita agli Spezzatori che intendono difendere i lavoratori dalle misure rapaci dei padroni, ma nasconde una decisione presa anni fa, nei gelidi campi di prigionia. Grosso è un veterano di guerra che vorrebbe dimenticare gli orrori degli assedi e la forza micidiale che si annida nelle sue mani tatuate, ma passato e violenza non sono mai troppo lontani. Il vecchio Trifoglio vorrebbe solo starsene seduto a insegnare un po’ di arte della spada, ma sarà costretto ad accompagnare e consigliare un manipolo di giovani che lo irridono, e non conoscono la belva che è stato e può ancora essere. Il Principe Coronato Orso deve decidere se sprofondare definitivamente sotto le droghe, le cortigiane e il vino, oppure se mettere la sua intelligenza a servizio d’un sogno più grande, per sé e tutto il reame. I loro cammini si incroceranno e affronteranno una nuova età di tecnologia, potere economico, barbarie e follia, insurrezioni popolari e congiure di palazzo, duelli brutali nel Cerchio di scudi e il ritorno della magia. Sì, perché, se antichi stregoni decidono di allearsi con banchieri e ingegneri, al Nord invece la giovane Rikke scopre di possedere un dono invidiato e maledetto, la Vista Profonda, la capacità di vedere le ombre del passato e gli spettri del futuro. E come deciderà di impiegarla determinerà il destino di tutti. Joe Abercrombie torna al mondo della “Prima Legge” con una saga ambientata alcuni decenni dopo la prima. Vecchi protagonisti cedono il passo a una nuova generazione che si addentra in un mondo ancora più realistico, ironico, brutale e commovente, che riflette e amplifica i drammi della politica attuale.

Per i morti, che libro!

Nel Protettorato, governato dal Mastino, si aggirano due figure singolari: una giovane donna in preda alle convulsioni e una vecchia dall’aspetto di una strega. Inizia così questo incredibile romanzo fantasy che mi ha letteralmente conquistata per la trama e soprattutto per le dinamiche tra i protagonisti e per i loro dialoghi pieni di umorismo. Le due donne sono Rikke, figlia del Mastino, ed Isern, che ha il compito di riportare a casa la ragazza, benedetta (o maledetta, a voler prestare ascolto a Rikke stessa) dalla Vista Profonda: preda ad attacchi epilettici fortissimi, Rikke vede il futuro e proprio all’inizio del romanzo, ha immagini funeste riguardanti la sua terra ed il suo popolo. Uffrith, la città principale del Protettorato, è in fiamme: gli Uomini del Nord, guidati dall’ormai vecchio Toro Mano di Ferro, stanno invadendo quelle terre e i soldati, barbari e sanguinari, stanno dando la caccia proprio a Rikke con l’intento di costringere il Mastino ad una resa.

Sono assai poche le benedizioni che non celino una maledizione, e le maledizioni senza un pizzico di benedizione.

Ma Uffrith può contare sull’alleanza con l’Angland, sotto la tutela temporanea di Finree dan Brock, una stratega eccelsa con una sola pecca, il giovane e spavaldo figlio, Leo – chiamato Il Giovane Leone – che preme per scendere in battaglia e conquistarsi onori e gloria. Abile macchinatrice, Finree riuscirà a convincere sia il figlio, sia il Mastino ad ordire una trappola agli uomini del Nord per riprendersi il controllo sul Protettorato, ma nulla andrà come aveva previsto lei … la gloria richiede il suo tributo di sangue e gli uomini del Nord, i guerrieri, richiedono che la vittoria sia stabilita nel Cerchio di Sangue, un duello all’ultimo scontro famoso nella storia. Svezzati con racconti epici di eroi e battaglie, è abbastanza normale che Leo, Crepuscolo il Possente – erede degli Uomini del Nord – e tutti i loro uomini, vogliano confrontarsi con questi miti leggendari per ottenere il proprio posto nella storia.

Contemporaneamente, seguiamo le vicende nel più cosmopolita Midderland, ed in particolare nella città principale, Adua, scintillante ed elegante se vista da lontano, marcescente e corrotta se vista più da vicino: qui ha sede il potere della famiglia reale e dell’erede al trono, il Principe Coronato Orso, bellissimo ma dedito al gioco, all’alcol e alle donne. Animata da sotterfugi, come compete ad una città importante, Adua è crocevia di culture differenti e del potere economico e politico, manovrato con abilità dal Consiglio Chiuso ed Aperto. Su tutti, spicca l’inquietante figura di “Vecchie Grucce“, Sand dan Glokta, manipolatore e calcolatore, burattinaio dietro le quinte della vita politica della città; e sua figlia non è da meno, la bellissima Savine non è solo un membro dell’alta società, ma investe, ha azioni dove conta, detta la moda e decide della vita e della morte sociale dei riccastri. Lungi dall’essere superficiale o frivola – a meno che la situazione non lo ritenga opportuno, Savine si dedica con dedizione ai suoi affari che segue molto da vicino, e sarà proprio per verificare le condizioni di una fabbrica a Valbeck che si troverà implicata in una rivolta cittadina senza precedenti, ordita da Incendiari e Spezzatori. Il popolo vuole maggiori libertà e condizioni di vita migliori, ma non è il solo grattacapo della Corona: anche i nobili stanno scalpitando, per avere più potere e perchè si faccia largo alle nuove leve. Il rischio di una guerra civile è alle porte, mentre il Nord sta risolvendo a modo suo le proprie contese.

Tanti sono i personaggi con cui Abercrombie ci delizia e credo che la loro caratterizzazione e le loro interazioni siano centrali in questo romanzo: dalla stravaganza di Rikke, con il suo anello al naso e i suoi occhi grigi, alla bellezza raffinata di Savine, dal languido Orso al prestante Leo, dall’enigmatico Trifoglio al mastodontico Grosso, dalla determinata Vick alla folle Isern, ognuno di loro viene raccontato in modo coerente e accattivante. L’autore ha l’incredibile capacità di addentrarsi nella vita, nelle vicende e nella psiche dei suoi personaggi che non sono solo descritti nelle loro conformazioni fisiche – che pure sono ben accurate e il lettore riesce proprio a figurarseli – ma sono approfonditi soprattutto nelle sfumature caratteriali. Sono riconoscibili ed istantaneamente chiari al lettore. Ciò rende la lettura piacevole e fluida, pagine da cui è difficile staccarsi perchè si vuol sapere cosa gli accadrà, si vuol leggere la prossima battuta e ridere, ci si vuole emozionare ed eviscerare anche quei sentimenti che gli attori in scena vogliono mascherare. I personaggi sono quasi nudi davanti al lettore, si mostrano senza timore di essere giudicati pure se compiono azioni raccapriccianti, se uccidono o tradiscono: sono lì per essere letti, con i loro pregi e difetti, con i loro sogni e le loro paure.

La colpa è un lusso riservato per chi respira ancora, senza dolori insopportabili, il freddo o la fame che reclamino la loro debole attenzione.

Alcuni sono fragili nelle loro incertezze pure se hanno ruoli e responsabilità a cui ottemperare, o forse proprio per quello hanno paura di deludere e di sbagliare; di fronte alle aspettative elevate che, famiglie e popolo hanno, alcuni reagiscono con indulgenza, altri con scatti d’azione. Mantenendo le loro individualità, hanno anche elementi in comune, e un background adeguatamente costruito e calibrato sulla loro storia personale.

L’autore ha uno stile scevro da manierismi o orpelli stilistici: crudo e diretto quando serve, riesce a raccontare momenti corali, azioni di guerra, terrore ed emozioni positivi, scene di passione e riflessioni personali, tutto con la stessa attenzione e accuratezza linguistica. Il risultato finale è un romanzo dall’ironia pungente, la cui arguzia è presente a vario grado in ogni protagonista; tutti, nel mondo di Abercrombie, sembrano non prendersi mai troppo sul serio, pur consapevoli – alcuni – di avere in mano le sorti del mondo. Non perdono l’occasione per una battuta, per una conversazione irriverente che spesso nasconde ben altri messaggi … sta al lettore coglierli. Un umorismo che potremmo definire “nero“, in quanto si beffano della morte, del rischio, della guerra, forse certe volte solo per esorcizzare paure più profonde e far chiedere al lettore: cosa nascondono nei loro cuori?

La trama è coerente con il genere di riferimento, così come le tematiche e l’ambientazione che l’autore ha costruito. Il suo mondo è complesso ed articolato, a tratti disincantato e a tratti stupisce nei piccoli gesti; un mondo dove tutto e tutti hanno comunque un prezzo, bisogna solo trovare qualcuno disposto a pagarlo.

Ma chi desidera occupare le vette della società di tanto in tanto deve essere disposto a dragarne la feccia, se si intravedono delle possibilità nascoste nel fango.

Non c’è spazio per le debolezze, e più volte qualcuno dei personaggi ricorderà l’importanza di rendere il proprio cuore simile a pietra … eppure, ci sono situazioni, gesti, persone che riescono a sfondare la pietra e ad abbattersi come tempeste sui sentimenti dei personaggi e del lettore, catturato dalla naturalezza con cui l’autore racconta il bello ed il brutto della vita. Il mondo sembra quasi regolato da una sorta di determinismo che porta il lettore a riflettere su tanti argomenti: è l’ambiente a rendere alcuni personaggi aggressivi, altri manipolatori e bugiardi, altri ancora combattivi ed agguerriti? Sono state le privazioni di una vita, gli eventi vissuti, le storie raccontate, le aspettative disegnate, a renderli tali? O non potrebbero essere altrimenti, per propria inclinazione naturale? E’ un mondo fatto di pressioni sociali e di difficoltà a cui ognuno dei caratteri presentati cerca di reagire come può; alcuni combattono e ottengono risultati, altri pur lottando con le unghie e con i denti sembrano restare sempre allo stesso punto. Proprio come succede nella vita reale. E la grande livellatrice sempre presente come monito, a ricordare che in qualcosa bisogna pur credere per vivere.

Un romanzo avvincente, pieno di colpi di scena ( alcuni dei quali mi hanno francamente spiazzata), in cui l’autore ci abitua … a non abituarci! Abercrombie non ci mostra solo la nobiltà, anzi, ci fa sguazzare nei bassifondi, mostrandoci le conseguenze delle guerre da tutti e due i lati della bilancia, ci mostra la stratificazione sociale senza abbellirla o edulcorare la piccola, ci fa vedere il marcio presente nei saloni dei Palazzi nobiliari, le congiure e gli inganni, tutto per avere sempre … di più. Amore, potere, vendetta, patriottismo, lealtà: per cosa si combatte? Un mondo in cui ogni personaggio dovrà imparare a vivere, chi cambiando prospettiva, chi reinventandosi, chi scendendo a patti con le proprie abilità e nuove responsabilità. I capitoli finali sono un susseguirsi di eventi e di rivelazioni interessanti, entrano in gioco nuovi personaggi sconosciuti e dal ghigno enigmatico, culminando con un finale che fa urlare: ancora!

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