Review Tour: Il regno corrotto

Review Tour: Il regno corrotto

Buongiorno lettori! Oggi partecipo al Review Tour dedicato al secondo volume della dilogia fantasy scritta da Leigh Bardugo, Il regno corrotto, edito da Mondadori, che ringrazio per la possibilità di leggere il romanzo in anteprima.

TRAMA

Jesper non smetteva un attimo di tamburellare le dita sulle cosce. «Qualcuno ha per caso notato che l’intera città ci cerca, ce l’ha con noi o vuole farci fuori?» «E allora?» disse Kaz. «Be’, di solito è solo metà della città.» Kaz Brekker e la sua banda di disperati hanno appena portato a termine una missione dalla quale sembrava impossibile tornare sani e salvi. Ne avevano dubitato persino loro, a dirla proprio tutta. Ma rientrati a Ketterdam, non hanno il tempo di annoiarsi nemmeno un istante perché sono costretti a rimettere di nuovo tutto in discussione, e a giocarsi ogni cosa, vita compresa. Questa volta, però, traditi e indeboliti, dovranno prendere parte a una vera e propria guerra per le buie e tortuose strade della città contro un nemico potente, insidioso e dalle tante facce. A Ketterdam, infatti, si sono radunate vecchie e nuove conoscenze di Kaz e dei suoi, pronte a sfidare l’abilità di Manisporche e la lealtà dei compagni. Ma se i sei fuorilegge hanno una certezza è questa: dopo tutte le fughe rocambolesche, gli scampati pericoli, le sofferenze e le inevitabili batoste che hanno dovuto affrontare insieme, troveranno comunque il modo di rimanere in piedi. E forse di vincerla, in qualche modo, questa guerra, grazie alle rivoltelle di Jesper, al cervellone di Kaz, alla verve di Nina, all’abilità di Inej, al genio di Wylan e alla forza di Matthias. Una guerra che per loro significa una possibilità di vendetta e redenzione e che sarà decisiva per il destino del mondo Grisha.

Si era domandato spesso come facesse la gente a sopravvivere in questa città, ma forse sarebbe stata Ketterdam a non sopravvivere a Kaz Brekker.

Ancora una volta, la Bardugo riesce a stupire per la capacità di narrare più storie contemporaneamente e, anche quando non ci lascia assistere di persona agli eventi, riesce a renderci decisamente partecipi attraverso il racconto che ne fanno i protagonisti. Così scopriamo i vari tasselli mancanti sia nel passato recente dei ragazzi (cosa hanno fatto da quando Inej è stata presa), sia in quello più lontano.

Scopriamo, ad esempio, il legame profondo di Jesper con suo padre e la lotta alla dipendenza di Nina. Come nel primo volume, ognuno di loro ha qualcosa da dire e ha una struttura di personalità unica e complessa: l’autrice riesce a seguire tutte le loro voci, dando ad ognuna la giusta forza e profondità, cosa che rende i suoi personaggi riconoscibili da subito. Anche in questa seconda parte, vi sono stati momenti in cui la storia mi ha francamente emozionata: ho avuto la conferma di amare in particolar modo una delle relazioni presenti nel romanzo.


“Tu non sei un fiore, sei tutti i boccioli della foresta che si aprono in- sieme. Sei un maremoto. Sei una carica che parte di corsa all’assalto. Tu sei un’invasione inarrestabile.”

Più ancora che nel primo romanzo, l’autrice si addentra nei “cuori” dei personaggi, indagando i loro desideri, i loro sogni e le loro paure: sono soli contro il mondo e questa volta la loro solitudine colpisce come un pugno allo stomaco. Non sono gli eroi vincitori della storia ma, proprio coerentemente col mondo creato dalla Bardugo, sono “scarti”, che altro non hanno potuto fare se non cercarsi un angolino in cui poter vivere. Sopravvivere. Le ferite che si portano dietro possono essere alleviate in parte dalla condivisione di intenti che c’è tra il gruppo di sei personaggi: ma sarà abbastanza? I personaggi compiranno un viaggio dentro se stessi, che li metterà decisamente alla prova.

Allora, riuscirà Inej a guardarsi a fondo e ad accettare la sua fragilità? A chiedersi davvero “se” serve a qualcosa … un modo come un altro per chiedersi quanto vale … ma da cosa si misura il proprio valore? Da quanto in alto si salta sui tetti? Da quale scambio viene proposto per riaverci indietro? Domande, dubbi e sospetti che corrodono l’animo e rendono più difficile essere naturale con gli altri. In questo secondo romanzo, i rapporti tremano proprio perché devono fare un salto di qualità: i protagonositi devono riconoscersi uno scopo altro che non sia solo economico, o di vendetta. Saranno in grado di chiamare le cose col proprio nome e considerarsi amici?

Tutti hanno bisogno di amici specialmente se si vive nel Barile e ci si è messi contro tutta Ketterdam! E la città, ancora una volta, fa da sfondo e da contenitore alle avventure dei ragazzi, rappresentando per loro molto più che un semplice luogo.

“E’ la città per cui ho versato il mio sangue. E se Ketterdam mi ha insegnato qualcosa, è che puoi sempre versarne un altro po’”

Quando tutti i piani sembrano fallire e gli Scarti sembrano sfiancati e messi all’angolo, spetta al loro leader Kaz riportare le cose nella giusta prospettiva e creare una via d’uscita alternativa. In pieno stile Brekker, l’alternativa sarà spaventosamente folle e pericolosa … Ma, d’altronde, Kaz è il mago dei piani … o no? Un criminale devoto solo al commercio: siamo sicuri sia davvero solo così? Il passato oscuro di Kaz sta per presentare il suo conto e il ragazzo non è disposto a credito o sconti: vuole pagare con tutto ciò che ha. Emergono con forza i suoi fantasmi, ciò che lo ha trasformato in Manisporche, che lo ha reso la persona che è: sempre un passo avanti agli altri ma con la difficoltà di aprirsi. Forse, forse per la prima volta dopo anni, qualcuno sta facendo breccia nel suo animo …

Era lo sguardo che nasceva dopo che avevi fatto un naufragio, quando la marea ti si alzava contro e il cielo diventava nero. Era lo sguardo di quando avvistavi terra, e ti tor- nava la speranza di trovare un riparo e magari anche la salvezza, quella che forse ti stava aspettando su una riva lontana.

Tutti i personaggi sono chiamati a vario titolo ad affrontare i propri demoni interiori: Wylan, ad esempio, deve capire se vuole aderire alla visione che il mondo – suo padre- ha di lui o ribellarsi ad essa.

“Tu non sei debole perché non sai leggere. Tu sei debole perché hai paura che la gente veda la tua debolezza. Tu stai permettendo alla tua vergogna di stabilire chi sei”.

Riconoscimento e accettazione di se stessi, quindi: la capacità di guardare ai propri limiti come ad una parte di noi stessi, che non rappresenta il tutto. Mettersi in gioco e superare le nostre paure, la nostra vergogna di essere considerati non all’altezza. E ancora una volta sono gli amici, quella famiglia che ci si sceglie, ad aiutare Wylan a vedere le cose per quello che sono, non a fare il percorso al posto suo ma ad accendere una prima miccia che divampi nella consapevolezza.

La Bardugo è molto brava a trattare tematiche importanti ed interessanti anche per un pubblico giovane, senza voler mai fare la morale, ma in modo molto reale e concreto: parla, quindi, della necessità di trovare un proprio posto nel mondo, della necessità di essere liberi da preconcetti e pregiudizi. Accettarsi e accettare l’altro, amare senza misura.

Colpisce l’intensità delle scene tra Kaz e Inej: entrambi cercano di combattere il loro passato, terribile e devastante, che li ha feriti in tanti modi, seppur diversi; criminali pericolosi che non riescono a sfiorarsi senza che una parte – interna – di loro crolli. Criminali pericolosi che credono di non potersi permettere il lusso di sognare. Ma il potere dei sogni è enorme e si insinua nei gesti di un ragazza prigioniera di un serraglio, che ha prostituito il corpo ma non ha mai concesso la sua anima; si insinua tra le vibrazioni del tocco di dita su pelle di un ragazzo spezzato, storpiato dalla vita. E’ difficile, per loro, pensare all’amore come ad un qualcosa di caldo e avvolgente, quando tutto ciò che hanno vissuto ha minato quelle poche certezze, condivisibili da tutti, quell’intima fiducia di essere al sicuro, quando l’amore è diventato debolezza che altri hanno sfruttato a proprio vantaggio. Questa ferita ha l’urgenza di essere vendicata: ma come si può pagare quel debito senza perdere anche se stessi?

Tra consueti colpi di scena rocamboleschi che mettono a repentaglio la vita dei nostri personaggi, più volte di quanto possano immaginare loro stessi, l’autrice ci guida in una storia, di intrighi e astuzie, ma soprattutto di sentimenti e umanità, narrati con uno stile incredibile, coinvolgente e accurato. Dalle descrizioni delle ambientazioni alle scene corali, di azione o più intime, la Bardugo intriga e affascina il suo lettore. Il finale è struggente ed agrodolce, proprio come succede nella vita reale. Questi ragazzi, cresciuti nella difficoltà e nel disagio, cresciuti nella paura e nel dolore, mi sono entrati sottopelle e sarà difficile lasciarli andare.

Vi invito a seguire tutte le tappe del Review Tour e del Blog Tour!

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