Next level to Eden

Next level to Eden

Buon pomeriggio lettori! Oggi vi parlo di un thriller pieno di suspence, in cui il confine tra reale e virtuale è labile e indefinito: Next Level to Eden, scritto da Lullaby, che ringrazio per l’invio della copia cartacea.
 

TRAMA

Invitta trascorre gran parte del suo tempo contemplando la città dall’alto, dal tetto del suo palazzo, con le gambe che penzolano nel vuoto, lo sguardo che si perde all’orizzonte e nel cuore una struggente nostalgia per il padre che l’ha abbandonata.
In seguito al ritrovamento del cadavere della madre in un albergo a ore, precipita in un incubo fatto di ricordi e visioni sconvolgenti che la turbano al punto da indurla a mettere in discussione la sua stessa realtà.
Sandino, fratello di Invitta, geniale top player del survival game “Next Level to Eden”, scompare dalla stanza in cui si è da anni volontariamente esiliato.
Bram, giovane e tormentato detective, si avvicina a Invitta, forse allo scopo sincero di salvarla dalla sua solitudine o forse all’unico scopo di incastrare Sandino, maggior indiziato per l’omicidio della madre.
MM si aggira come un’ombra nello stesso palazzo fatiscente in cui vive Invitta, silenzioso e inquietante testimone delle abitudini dei pochi abitanti rimasti e forse depositario di un segreto a lungo custodito.
Terso, unico amico di Invitta, è ossessionato dall’idea di progettare il delitto perfetto.
Una protagonista giovanissima e anaffettiva, una famiglia disfunzionale, un gioco multiplayer diabolico e un muro nero coperto di graffiti fra cui si nasconde un enigma.
Tinte noir, adrenalina e ambiguità per un thriller in cui la realtà è multidimensionale come un sogno e ingannevole come un gioco di prestigio.
“…Ho passato ore di totale stordimento davanti alla mia parete nera, il mio muro del pianto, persa fra segni senza senso. È stato come guardare l’infinito. Qualcosa di incomprensibile, qualcosa su cui la mente vacilla e poi inciampa, ma da cui è inspiegabilmente attratta.
Ore di vuoto completo, di assenza da tutto, come se dormissi un sonno senza sogni.
Adesso che neppure un centimetro quadrato di questa parete è stato risparmiato dal mio scavare sulla sua superficie martoriata, e che nemmeno una singola ferita possa essere aggiunta senza il rischio che sia davvero troppo, mi sento sollevata e svuotata al tempo stesso.
Adesso posso contemplarla dal mio letto, immaginandovi mondi, smarrendomi nei suoi anfratti, scorgendovi figure che non ho disegnato, ma che vi sono nate spontaneamente, come per partenogenesi…”

 

In un gioco di specchi qual e’ la verita’ e quale l’apparenza?

Questa e’ la domanda iconica che si pone Invitta Vargas, protagonista indiscussa e principale di un giallo interessante: schiacciante, claustrofobico, ansiogeno.
L’autrice mescola ad arte diverse tematiche di spessore, interesse sociale ed antropologico, a partire dal gioco virtuale NextLevel to Eden che e’ anche il titolo del romanzo e costituisce un elemento centrale della storia.
Violento e complicato, il gioco attrae giocatori da tutto il mondo e di tutte le fasce d’età: intuizione, intelligenza, armi, scenari apocalittici, dalla grafica accattivante, il gioco risucchia nella sua virtualità chiunque vi si interfacci. Arrivati alle porte dell’Eden, non tutti verranno scelti, bisogna avere delle competenze. Ma cosa rappresenta per il giocatore il Paradiso? Cosa si nasconde dietro le porte dell’Eden? Solo i migliori, i top player, possono saperlo, in quello che è diventato in assoluto il gioco più famoso del mondo. Tutti ci giocano, tranne l’anti-tecnologica protagonista … o forse no …
Conosciamo Invitta, una diciannovenne ragazza solitaria, abitudinaria, ha un modo molto preciso di relazionarsi al mondo e a se stessa, uno sguardo acuto e determinato, dove non trovano spazi infantilismi e superficialità. Profondamente ferita dalla sparizione improvvisa del padre, avvenuta quando era piccola e mai superata, una sorta di taglio nella sua vita, inspiegabile, che l’altro genitore, Madame Gemina, non ha mai voluto affrontare con i figli, preferendo rinnegare quasi la vita coniugale lasciandosi andare e intraprendendo una serie di relazioni dalla dubbia sessualita’ con surrogati simili al marito fuggito via, rendono Invitta dura e poco incline al contatto umano. Come e’ logico, Invitta mette in atto un processo di idealizzazione del genitore sparito e svalutazione di quello rimastole: cosi’ Castelo, nel suo immaginario, e’ andato via richiamato dal sangue cubano, per combattere da attivista qual era, mentre Gemina si lascia sedurre da uomini inutili con cui consuma amplessi definiti da Invitta squallidi. La visione che ha della madre e’ svilente e rabbiosa: Invitta e’ giudice implacabile delle condotte materne, ma anche di quelle del fratello, Sandino, enorme ammasso adiposo che si rinchiude nell’ipertecnologicizzata camera per giocare on line proprio a Next Level. E’ Sandino a poter permettere un minimo di respiro economico alla famiglia: e’ un top player e questo quindi porta guadagno. Invitta disprezza e biasima anche il fratello, il suo ritiro dal mondo, il suo abbandono alla tecnologia a sfavore di una realtà difficile in cui inserirsi. Il ritiro di Invitta viene da lei descritto e percepito come differente: innanzitutto, non è totale poiché Invitta esce di casa e ha contatti, particolari, con altre, poche, persone. Ma la differenza sostanziale, che forse è lampante per il lettore perché è Invitta a raccontare la storia piuttosto che Sandino, è che Invitta desidera, ha paura, ma non ha perso del tutto interesse per il resto del mondo. Dice di non aver ambizioni ma vuole vivere, si aggrappa con le unghie e con i denti ad un concetto personale di normalità.
Interessante la geografia della casa, situata in un palazzo vecchio di periferia, in cui ognuno ha una sua zona ben delimitata: nessuno si avventura nel confine altrui, confine sancito dalle porte che diventano bocche su un altrove intimo e alienante. Coabitano senza conoscersi, in uno scenario sociale che purtroppo e’ reale.
L’antro- rifugio di Invitta e’ un luogo di contrasti, un luogo in cui le sfaccettature della sua personalita’ emergono e coesistono: colpisce la parete nera su cui Invitta “stucca” linee e tratteggi per gli altri senza senso, espressione di un turbamento interiore che lei stessa fatica a comprendere. Carattere o ribellione adolescenziale? Non ci e’ dato sapere, anche perche’ il linguaggio ed il flusso dei pensieri della ragazza mostrano una grande maturita’, padronanza lessicale, intuizione: Invitta si sottrae alla vita sociale ma ho la netta sensazione che se decidesse di prenderne parte, riuscirebbe bene a parteciparvi.
Invitta appare consapevole di se stessa, di quelle fragilita’ che possiede e guarda con occhio disincantato ai problemi altrui, di quei pochi che intersecano la sua esistenza al di fuori di madre e fratello.
Ama stare sul tetto a guardare la citta’, a immaginare scenari diversi, le vite altrui, a cercare il suo posto nel mondo, quel mondo che le provoca disagio nella sua falsa ipocrisia. Trova pace davanti alla parete nera, che con scarnificazione costante prende la forma che vuole, divenendo compulsione ed ossessione del suo animo.
Qualcosa pero’ sta per accadere: quando a scuola verra’ chiamata per un delitto che la colpisce da vicino, il suo mondo comincia a sgretolarsi, a piegarsi, a franare.
Strane visioni la accompagnano: morte violenta, assassini, e sessualita’ con finalita’ perverse. E’ follia? E’ un trauma? 
E come mai suo fratello e’ scomparso? Sembrerebbe essere tutto collegato al maledetto videogioco Next Level, ma come? Perche’?
Quando Invitta decidera’ di perseguire un’insolita modalita’ di cura, si svegliera’ in un mondo del tutto sconosciuto. Nulla e’ come prima. Nulla e’ come dovrebbe essere.
Ma ricordi e strascichi di una vita lontana, di una parere nera e di un terrazzo su cui andare a meditare, la braccano. Vecchi affetti e dolori sepolti da tempo tornano a galla, in una corsa contro il tempo per cercare di capirci qualcosa.
Affannata, disperata ma mai abbattuta, Invitta non molla, vuole arrivare in fondo alla storia, risolvere questo mistero fitto ed infido, traditore, e scoprire chi e’ lei davvero.
Ma di chi puo’ fidarsi quando persino la sua memoria vacilla? 
Cosa le sta succedendo? Quali segreti nasconde il suo passato e quello dei suoi cari?
Con un linguaggio realistico e visionario, l’autrice ci guida in una storia di iper realta’, di manipolazione e di controllo, dove nulla e’ come sembra e dove gli istinti umani piu’ beceri trovano spazio.
Il lettore non puo’ che seguire con coinvolgimento crescente Invitta, farsi domande ed ipotesi, dalle piu’ disparate, per risolvere il caso e capire cosa e’ davvero successo. La rivelazione finale chiarisce un quadro meschino e subdolo in un thriller psicologico carico di suspence e adrenalina, dalle tinte dark ed introspettive.
Una carrellata di personaggi secondari ben delineati e congeniali alla storia: interessante lo sguardo lucido sulle problematiche mentali presentate da alcuni dei personaggi, dall’accumulazione seriale, alle fissazioni ossessive, dalla mania di controllo alle idee suicidarie e di morte.
Azione, segreti, sesso, soldi, droghe: lo spaccato che viene narrato colpisce per la sua contemporaneita’ estrema e anche nelle parti piu’ surreali lascia quell’angosciante sensazione che porta a chiedere… e se potesse accadere davvero?
Riuscira’ Invitta a risolvere il puzzle della sua vita e a capire chi e’ davvero?
La verita’ della mia esistenza e’ insita nei labirinti della mia mente o al di fuori di me?
Nota di merito per la copertina che esprime alla perfezione la sensazione di stordimento e di timore panico che spesso la protagonista sperimenta.
 

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