The day after

The day after

Buongiorno lettori! Oggi vi parlo di un romanzo di fantascienza scritto da Martina Monti ed edito da I.D.E.A. Immagina Di Essere Altro, Casa Editrice che ringrazio per l’invio della copia digitale del romanzo.

Un mondo sull’orlo del collasso, afflitto da una guerra sanguinosa contro gli alieni, vi aspetta tra le pagine di questo romanzo!

TRAMA

In un mondo che lotta per la sopravvivenza, il conflitto fra umani e thauriani sta per prendere una piega del tutto inaspettata. Una ribellione, una fuga e una confessione graveranno sulle vite degli ultimi terrestri, rimasti uniti sotto l’egida e l’addestramento dell’I.C.A. Cosa vogliono i thauriani dalla Terra? Perché stanno sterminando la popolazione? Logan Lambert si ritroverà ad essere il primo umano a dover affrontare in modo “pacifico” una realtà che è stata causa segreta di anni e anni di guerra.

Il mondo che troviamo nelle pagine di questo romanzo e’ trafitto e piegato dalla violenza della guerra: umani ed alieni sono in conflitto con conseguenze ed esiti catastrofici da entrambe le parti. La Terra e’ devastata: gli attacchi alieni hanno prostrato gli umani e hanno costretto tutti alle armi. I thauriani non hanno piu’ una casa, un pianeta a cui tornare: la loro missione di vita e’ sterminare i nemici umani. Ma la guerra non puo’ durare per sempre. Cosa potrebbe portare alla fine dei conflitti? Quando la convivenza tra specie differenti sembra un ennesimo fallimento, cosa rimane da fare?

La narrazione in terza persona permette all’autrice di focalizzarsi sia sul fronte umano che su quello alieno: cosi’ seguiamo la vita di Logan Lambert, giovane soldato canadese, e la vita della Regina degli alieni invasori e di sua sorella, Principessa non voluta dall’intero regno a causa di un’antica credenza secondo lui l’erede al trono deve essere sempre e solo uno.

Una terribile malattia si e’ abbattuta sul popolo alieno e compito della sovrana e’ quello di proteggere i propri sudditi e debellare ogni ostacolo al loro benessere: cosi’, decide di andare alla fonte di quest’epidemia e sterminare coloro che sembrano esserne i portatori, gli umani. Inizia un periodo difficile di sangue, morte e violenza, in un crescendo di orrori costante: e’ proprio a questo punto che la storia si apre. Dopo l’ennesimo insuccesso, la Regina deve affrontare il concilio dei Savi oltre che rassicurare il popolo profondamente legato a credenze di stampo religioso. I Savi pero’ riportano alla sovrana un malessere e malcontento generale: la guerra e’ davvero necessaria?

Siamo fuggiti dalla malattia per la guerra? Non è questo che il popolo si aspettava. Non è questo che noi ci aspettavamo. E non è questo che gli Dèi vogliono”.

Rabbia e dolore accecano il senso di realta’ e la convinzione di essere nel giusto e’ talvolta cosi’ radicata da risultare impossibile volgersi altrove e cambiare idea, tanto piu’ per una figura con un ruolo istituzionale proveniente direttamente dal divino. La regina infatti e’ interprete della voce degli Dei: mettere in dubbio lei e’ qualcosa di molto pericoloso. Sara’ tuttavia ella in grado di comprendere cosa sta davvero accadendo? Di capire che fare un passo indietro non e’ una sconfitta in alcuni casi, ma una vittoria, specialmente se in discussione ci sono le esistenze di due popoli?

Ma soprattutto come puo’ una certa classe politica guardare l’eccidio del proprio popolo sapendo che potrebbe esserci una alternativa?

L’autrice riesce nel compito di rendere tridimensionali e di impatto le scene descritte: il lettore allora percepisce l’ansia, la tensione, il terrore che serpeggia nel consiglio; sperimenta i sentimenti della regina, il suo disappunto e la sua rabbia. Il lettore riesce cosi’ a empatizzare e riflettere, e l’autrice getta le basi per una serie di messaggi di ampio respiro, di cui il romanzo e’ pieno.

Contrapposta alla voce degli alieni, vi e’ quella di Logan Lambert, giovane soldato canadese dal carattere deciso, leale ed affidabile. L’incontro casuale e fortuito con un ragazzo piu’ giovane di lui che vuole diventare suo amico nonostante la situazione, cambiera’ la vita di Logan che si trovera’ proiettato in missioni al limite dell impossibile ma soprattutto scoprira’ luoghi e cose raccapriccianti.

Assuefatto alla vita militare nella Terra dilaniata dal conflitto, Logan non vuole stringere rapporti, benche’ meno affezionarsi o peggio ancora provare sentimenti piu’ profondi; ma la vita, le emozioni, non chiedono quasi mai il permesso ed irromperanno nella sua esistenza in modi inaspettati… e soprattutto si incarneranno in persone inaspettate.

Quando la situazione aliena e’ ormai a un punto di rottura, un piccolo gruppo di dissidenti- traditori decide di provare a porre fine alla guerra: tra di loro vi e’ la Principessa Rheyn, sorella della Regina, cresciuta sempre all’ombra della maggiore, lontana dal peso delle responsabilita’ del comando. Ma la Principessa non e’ solo la ragazzina spaurita che ci viene subito presentata: riservata, timorosa, non e’ avvezza al nostro mondo ma ne e’ attratta; viene affidata proprio a Logan, che avra’ il compito di istruirla ed allenarla in vista di possibili attacchi.

L’arco narrativo si snoda lungo diversi mesi: l’autrice riesce pur con poche scene a farci capire e intravedere l’evoluzione dei rapporti tra Logan e Rheyn, la difficile convivenza tra umani ed alieni, connotata da un’interazione violenta e conflittuale. I mesi trascorrono col fiato sospeso, in bilico e in attesa di eventi imprevedibili. Ho apprezzato molto la descrizione delle scene riguardanti i due ragazzi, come pure le numerose scene di azione: l’autrice e’ quindi riuscita a risultare efficace sia nella narrazione di sentimenti – di scene piu’ introspettive ed intime- che nelle scene di battaglia, di scontri e nelle situazioni piu’ corali. Allo stesso modo, risultano credibili ed interessanti i personaggi secondari che permettono al lettore di comprendere le ragioni di entrambe le parti in causa: si assiste ad un conflitto devastante, e se qualcuno non decidera’ di allearsi, il risultato sara’ la devastazione di chiunque.

Sono presenti dunque messaggi e tematiche decisamente attuali, come l’accettazione dell’altro, la convivenza tra popolazioni diverse con differenti estrazioni culturali e sociali, il valore dell’amicizia, dell’amore, della lealta’ e della famiglia; il linguaggio usato e’ semplice, lineare e di impatto emotivo. In alcuni punti, traspare proprio il bisogno urgente di normalita’ che provano i soldati, ricercando ad esempio serate di svago e divertimento a cui si alterna pero’ il senso di responsabilita’ che percepiscono come molto forte.

E il senso di responsabilita’ e’ qualcosa che accomuna alieni e umani: anche Rheyn si sente responsabile per il suo popolo e si domanda come abbia fatto la sorella a sostenere il peso delle conseguenze delle proprie azioni.

“Una singola goccia d’acqua contro l’oceano, un granello di sabbia in confronto al deserto, il singolo valeva piu’ o meno del molteplice?… Essere Re significava innalzarsi sopra gli altri, era un dovere e una responsabilita’. Per lui non poteva esistere il “male minore”, il Re arrivava a morire per la giustizia e per il suo popolo”.

Ho trovato molto interessante la costruzione del mondo di Thauros immaginato dall’autrice: dalla gerarchia sociale, alle norme che regolano i rapporti, dalla politica alla religione. Proprio l’elemento del divino e’ fondamentale nella vita dei thauriani, profondamente legati a credenze religiose e pronti a sacrificarsi per esse. Ma cosa accade quando tutto cio’ per cui si lotta viene attaccato? Come si reagisce al dolore della perdita?

In un crescendo di rivelazioni e di colpi di scena, arriviamo ad un finale emozionante per un romanzo autoconclusivo di fantascienza ed avventura dai forti richiami al mondo dei videogame!

“Ancora una volta gli era stato dimostrato come, nonostante la morte, il mondo continuasse ad andare avanti, perché indifferente alla perdita dei singoli, tutti indistintamente sacrificabili.”

Nonostante la violenza, l’orrore e il dolore, il romanzo e’ portavoce di un messaggio positivo e propositivo: quando tutto sembra perduto, bisogna ricordarsi sempre della speranza!

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