La legge dell'equilibrio

La legge dell'equilibrio

Buongiorno lettori e buon mercoledì! Il romanzo di cui vi parlo oggi appartiene al genere sci-fi per le ambientazioni interstellari: scritto da Dario Boemia ed edito da Bookabook, che ringrazio per l’invio della copia cartacea.

TRAMA

La Confederazione è un insieme di piccoli pianeti governati da un autorevole potere centrale tramite la Legge dell’Equilibrio, secondo cui è possibile lasciare il proprio pianeta solo un giorno ogni cinque anni. Guido e Anna si conoscono per la prima volta appena nati, sul pianeta-ospedale della Confederazione, quando un’ostetrica distratta fa cozzare le loro testoline l’una contro l’altra. Da quel momento i loro destini saranno intrecciati, per quanto abitino su due pianeti diversi. Cosa succede se ci si innamora di qualcuno che abita su un altro pianeta? Com’è nata la Legge dell’Equilibrio e, soprattutto, è possibile infrangerla senza venire uccisi?

 
 
Dieci pianeti compongono la Confederazione, regolata dall’antica e quasi mai infranta Legge dell’Equilibrio: ogni persona maggiorenne può lasciare il proprio pianeta un solo giorno ogni cinque anni, i minorenni possono farlo solo se accompagnati dai propri genitori o da chi ne fa le veci. Nessuno ricorda come mai è stata istituita questa legge, né quali siano le pene per chi contravviene ad essa: così vanno le cose, ognuno vive sul proprio pianeta, senza provare più quell’umano e vitale bisogno di conoscere, scoprire, viaggiare.
Guido ed Anna sono i protagonisti di questa storia: si conoscono il giorno in cui nascono, a poche ore di distanza l’uno dall’altra, nell’ospedale di Pitagora – satellite di Ipparco, e questo incontro è destinato a cambiare in modo indelebile le vite di entrambi. 
Appartengono a pianeti e famiglie differenti: Guido Guasto infatti vive sul pianeta Hubble, luogo abitudinario e poco incline ai cambiamenti:

 Un’idea era universalmente condivisa e accolta da tutti su Hubble: per vedersi realizzati non bisognava andare troppo lontano, tantomeno su un altro pianeta.

Il ragazzo cresce in una famiglia altrettanto “consueta”  ed ordinaria, suo padre ha una bottega e sua madre vive di cucina e sceneggiati televisivi. Potremmo definirli quasi provinciali nella mentalità, nell’aspetto e nell’approccio all’esistenza. 
In realtà, la famiglia Guasto è lo specchio di un pianeta che fa dell’omologazione l’unico esito possibile del processo di crescita individuale. Un pianeta piatto ed appiattito, che punta al controllo dei propri individui per mezzo di schermi e sceneggiati televisivi pilotati, miranti al mantenere sempre uguale lo status quo vigente. Status quo che proprio Guido, inconsapevolmente, mina: la sua curiosità, la sua sete di conoscenza che si declina nella costruzione di un proprio spazio individuale per mezzo della scrittura di storie, va a ledere i fondamenti del mondo in cui vive. Guido si chiede: che male può fare una semplice storia? La risposta è: molto, per chi non riesce a controllarla. Ed è per questo che in seguito ad atteggiamenti vissuti come contrapposti a quelli della maggior parte dei suoi coetanei, Guido viene mandato da una “specialista” con il consenso di Antonio ed Angela, genitori preoccupati da questo figlio “strano”, sollevati dal fatto che qualcuno sia arrivato in loro soccorso.
Guido non smetterà mai, negli anni della sua infanzia ed adolescenza, di pensare ad Anna che rappresenta, a mio avviso, non solo l’incarnazione di un amore ma anche il desiderio di Guido di scoprire il mondo, quella  tensione sotto pelle che lo anima sin dalla tenera infanzia quando passeggiando con il padre, si accorge dei tragici confini angusti di Hubble. 
Il romanzo segue le vicende di vita del giovane Guido, dotato di un’intelligenza fuori dal comune, il che equivale a dire che nel suo pianeta questo tratto distintivo non sarà sempre connotato in modo positivo, anzi: Guido scorge delle cose che non dovrebbe nemmeno immaginare, segreti occultati a tutti, ma per quale motivo? Nel suo percorso di crescita per lo più solitaria, sarà affiancato dalla figlia del Governatore di Hubble, che inconsapevolmente lo porterà nel luogo in cui Guido noterà qualcosa che cambierà per sempre il proprio orizzonte personale.
Quando l’ingombrante madre di Guido ci metterà lo zampino e il ragazzo sarà chiamato a partecipare ad un gara tra le menti più brillanti del Sistema, si recherà su Ipparco, pianeta in cui si ritroverà proprio con Anna. I due si sono visti praticamente due volte nella loro esistenza ma il ricordo di quel momento condiviso è forte in entrambi: i giovani sono innamorati. Anna è un personaggio che fa tenerezza nel suo essere fragile: lasciata da sempre sola a se stessa, vive sul pianeta Brahe, sviluppato dal punto di vista tecnologico ma ha alle spalle una famiglia del tutto anaffettiva. Anche lei, come Guido, viene sorpresa a mettere in atto comportamenti “sovversivi” come guardare il cielo e porsi domande ben precise: ripresa dalla Governatrice in persona, apprende , come ha dovuto fare Guido sul proprio pianeta, che il Sistema non tollera oscillazioni dalla propria rotta.
Ma le comunicazioni, cosi’ come i contatti tra i pianeti, sono vietati: la vita dei ragazzi prosegue e seguiamo da vicino quella di Guido che deve terminare gli esami, decidere cosa fare della propria vita futura, prendersi cura della propria famiglia che pure nasconde segreti e bugie. Non perdera’ mai quella curiosita’ che lo contraddistingue e che lo mettera’ sempre nei guai, fino a quando conoscendo George, capira’ come fare per operare nel Sistema senza essere visto, con lo sguardo sempre rivolto ad Anna (non manchera’ di provare qualche affinita’ anche con altre ragazze ma diciamo che il suo cuore appartiene ad Anna).
Originale la scelta dell’autore di mantenere, almeno per i protagonisti principali della storia, l’uso di nomi italiani seppure in un contesto dal respiro più ampio cosi’ come la scelta , per i dieci pianeti della Confederazione dei nomi di astronomi importanti. E’ come se, sebbene questi siano pianeti, lontanissimi dal nostro immaginario, abbiano in realtà molti elementi simili ai  contesti che viviamo tutti noi, quali ad esempio il mondo della scuola, del lavoro, le problematiche quotidiane.
Anche l’assetto politico-economico-sociale sembra ricalcare quello della Terra:“L’uomo, che si diceva venuto dalla strada, aveva velocemente imparato a conoscere la politica e aveva capito che, per stare al potere, doveva giocare con le paure di chi lo aveva votato”.
Emigrazione, manovre politiche, scarsita’ di risorse: in un crescendo di rivelazioni e di consapevolezza da parte di Guido, aiutato da qualche altro personaggio, ostacolato da altri, arriveremo a capire se Guido scegliera’ di seguire il cuore … o la confederazione, tradendo ideali e principi inculcati sin dalla prima infanzia.
Con un linguaggio semplice, che cresce insieme con la voce narrante di Guido, l’autore racconta una storia di sfida, di lotta al sistema, di emancipazione e rivalsa individuale, una storia che parla della libertà di poter scegliere il proprio posto nel mondo, in qualunque parte del mondo e affronta, quindi, tematiche decisamente attuali; mi sarebbe piaciuto leggere qualche capitolo dal punto di vista Anna, personaggio che a mio avviso avrebbe avuto molto da dare alla storia.

“In fondo, lottiamo tutta la vita presentare di far quadrare le cose, comporre le parti, completare lo squilibrio che, per quanto la Confederazione ci supporti, ci farà sentire eternamente in bilico”.

Una storia di equilibrio/squilibrio, interiore ed esteriore, e di cosa succede quando si sceglie consapevolmente di seguire cio’ che si ritiene meglio proprio per l’equilibrio personale, dato dall’accettazione completa di se stessi.

Condividi:

Leave comment

Your email address will not be published. Required fields are marked with *.