Stones

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TRAMA

Adriano ha un solo obiettivo: restare nascosto insieme alla sua famiglia. Sperare che venga trovata una cura e che l’Europa decida di riaprire le frontiere.Perché da quando l’Italia è stata colpita da una grave epidemia, i confini sono stati chiusi.
C’è un muro, adesso, a separare chi è entrato in contatto con la malattia dai Paesi incontaminati.
E quando il suo amico Loris trova una ragazza nel bosco, Adriano capisce di non poter più aspettare che le cose cambino. Deve adattarsi al mondo nuovo oppure trovare una via di fuga.
Arrivano voci, dal nord.
Parlano di un’isola sicura, dove la malattia non è arrivata. Parlano di passaggi nel muro, di donne e bambini speciali. Chi di loro è entrato in contatto con l’epidemia senza ammalarsi viene chiamano Stone.
Ma il motivo per cui l’Europa tema tanto i sopravvissuti, Adriano non lo sa.
Forse perché intorno a loro accadono cose strane, inspiegabili.
O è solo una fantasia dei francesi?

Titolo: STONES
Autore: SELENE PIANA
Genere: FANTASCIENZA POST APOCALITTICA
Casa Editrice: SELF
Pagine: 279 p.
Prezzo cartaceo:11 euro; Prezzo ebook: 2.99 euro (gratis con Kindle Unlimited)
Prodotto fornito in digitale dall’autrice.
 
L’intrigante e insolita location italiana per un  romanzo di genere post-apocalittico,  ha suscitato il mio interesse sin da subito.
Un’epidemia ha colpito la nostra nazione, decimandola ed abbattendosi con particolare ferocia su donne e bambini ( sterminando di fatto così una popolazione),  in concomitanza c’è stato un attico dall’Europa; decimati e stremati, i sopravvissuti cercano un posto dove potersi rifugiare.  
Cosa succede quando tutto il tuo mondo cade in mille pezzi e l’impotenza rischia di schiacciarti più del peso delle bombe? Cosa accade quando la tua vita sembra essere diventata lo scenario di un film dell’orrore? Ecco, oltre al senso di disperazione ed orrore provato nell’affacciarmi alle poche cose rimaste in piedi dell’Italia così come la conosciamo noi, il sentimento che ho provato per gran parte del libro è stato di impotenza verso una guerra e un evento esterno indipendente dalla volontà dei singoli personaggi, costretti a sopportare le conseguenze di scelte non fatte da loro. 
La vita di Miriam ed Adriano è irrimediabilmente cambiata: “scartati” dall’epidemia, sopravvivono, ecco, ma la vita, quella vera, quella immaginata e programmata, desiderata, fino a poco tempo prima, è svanita, ridotta in cenere da qualcosa che non comprendono.
 Adriano, che fino a qualche tempo prima non aveva idea di cosa significasse vivere all’aria aperta e della terra, si trova a lottare, fucile in mano, con la speranza di riuscire a sfamare il suo gruppo. Tenace, determinato, e’ il leader naturale di questo sparuto ed eterogeneo gruppo: lontani, isolati, senza avere notizie dal mondo esterno, cercano di affrontare quello che stanno vivendo. 
Il  gruppo è composto dalla sua compagna Miriam, Siria, Alessio, Loris e Damiano, con tre cani e due personaggi misteriosi, Astrid e Jacopo , che portano con loro segreti. Chi sono? Cosa sanno? 
In un mondo in cui le comunicazioni sono diventate impossibili, i ragazzi sono del tutto isolati: Jacopo sembrerebbe sapere qualcosa, ovvero l’esistenza di un luogo “altrove” ma soprattutto si fa portavoce di un’istanza che nessuno di loro vuole prendere in considerazione  … nessuno verra’ a salvarli.Il clima e’ di sospetto e sfiducia verso qualunque agente estraneo e sconosciuto che potrebbe minare il gia’ fragile equilibrio della loro piccola comunita’: lottare per un po’ di cibo, vivere nel ricordo del passato, sfianca e innervosisce gli animi dei protagonisti.
All’improvviso, tutto il peso di quello che non sanno del mondo esterno, grava sulle spalle dei ragazzi e richiede loro di prendere una decisione inevitabile: è come se fino a questo momento, abbiano in un qualche modo evitato il famoso elefante nella stanza, illudendosi, fingendo di vivere quasi un’avventura. Ma quando la realtà busserà in maniera drastica alle loro porte, i ragazzi dovranno aprire gli occhi.
Erano andati a caccia, avevano giocato a fremette, avevano acceso fuochi e si erano raccontati storie. Niente di più. Ma c’era un mondo che non conoscevano, che mutava ogni giorno e si faceva sempre più pericoloso”.
Colpisce positivamente la precisa ed attenta, sebbene non ripetitiva né pesante, capacità di analisi psicologica dell’autrice che regala protagonisti che perforano la carta: vividi, concreti per reazioni e sostrato emozionale, tangibili.
Il rapporto tra uomini – natura- animali e’ un perno in questo romanzo: l’idea che proprio i nostri amici animali conservino quella dignita’, quell’umanita’ che gli umani sembrano aver perduto, l’ho trovata coerente al mondo in rovina prospettato dall’autrice, quasi come a voler dare un segno di speranza, come a dire che se anche noi ci dimentichiamo chi siamo, cosa siamo … gli animali no, e ricordano al posto nostro.
L’alternarsi di punti di vista e di narrazione anche di stessi frangenti di storia con voci diverse, ci permette di avere una maggiore visuale sia sul mondo esterno- devastato e pericoloso- , sia sul mondo interno dei vari protagonisti – ognuno con le proprie caratteristiche e fragilita’, ognuno che cerca a modo suo di fronteggiare quel pezzo di vita che stanno vivendo. Senza più segni tangibili del proprio passato, se non memorie e ricordi personali, il gruppo cerca di affrontare l’esistenza un passo per volta, senza la certezza del futuro. E’ doloroso immedesimarsi con loro, provare a pensare un mondo in cui non sapremo se saremo salvati, quanto e quando vivremo, un mondo in cui anche il più fragile legame appare essere fondamentale per la sopravvivenza emotiva del singolo. Scegliere da che parte stare è arduo: accettare passivamente questa vita o lottare per cercare un minimo segnale di salvezza? e se si sceglie di lottare, come si può fare in modo che questa scelta non cambi profondamente ciò che siamo?
Mi ha colpita molto il ruolo delle donne e del femminile in generale nel romanzo: sebbene siano presenti molti personaggi maschili, qualcuno dichiaratamente buono, qualcuno no, qualcuno in cui la divisione non è così netta a prima vista, sono le donne ad avere il vero ruolo centrale e chiave nella storia, sia durante l’epidemia che dopo. Senza svelare il nodo centrale della trama, posso comunque affermare la centralità, l’importanza e la sacralità di appartenere al genere della vita, nella sua accezione di inizio e di fine di tutte le cose. Voglio anche sottolineare la presenza di alcuni disegni, disseminati nel romanzo, in alcuni punti chiave della storia, che oltre ad essere esteticamente molto belli, ci servono anche per aiutarci ad immaginare meglio i protagonisti di questa storia. Un cenno al titolo: STONES. Vi chiederete per gran parte del romanzo come mai l’autrice abbia scelto questo titolo: beh, quando ci arriverete o lo scoprirete leggendo, vi assicuro che ne rimarrete entusiasti ed affascinati.
Un romanzo che ci pone di fronte a interrogativi profondi e a riflessioni personali, scritto con uno stile decisamente scorrevole e incalzante a cui è impossibile resistere: l’autrice è abilissima a giocare con le “inquadrature” e a giocare con la suspence che pervade il romanzo. E il lettore non può far altro che cercare di orientarsi, di seguire i propri beniamini in un’avventura che vale un’esistenza intera.
Consiglio questo romanzo agli amanti del genere post-apocalittico (a cui appartengo da sempre) e soprattutto a chi ama gli autori che riescono in poche righe a tratteggiare dei personaggi assolutamente coerenti al contesto, soprattutto dal punto di vista emotivo e psicologico.
Vi lascio con una domanda provocatoria: Chi sopravvive è davvero il più forte? 
Questo mondo sta morendo. Io non voglio finire con lui. Voglio andare avanti, creare qualcosa di nuovo”, così dice un personaggio di questo primo romanzo … ma, a che prezzo?
 

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