Il custode della valle

Il custode della valle

TRAMA

Merry vive nell’impervia Vallostica isolato dal mondo. La sua quotidianità scorre tranquilla e monotona, fino a quando non trova una ragazza nel bosco vicino casa. Ha perso i sensi, è piena di ecchimosi, non ha documenti né telefono e dice di non ricordarsi il proprio nome né cosa le sia accaduto. Come è finita in quel posto lontano da tutto? Come può tornare a casa se non si ricorda neanche come si chiama? Ma soprattutto: perché ha quattro bruciature uguali sotto al seno sinistro? Inoltre, può fidarsi del suo soccorritore che abita da solo in quella valle sperduta? Da quale passato starà scappando? Nel frattempo, la famiglia della ragazza si mette sulle sue tracce affidandosi a una trasmissione che si occupa di persone scomparse. Ma non sono i soli a volerla ritrovare, anche qualcun altro la sta cercando, e le sue intenzioni non sono buone.

 
Titolo: IL CUSTODE DELLA VALLE
Autore: GIANO ZAMBONI
Genere: NARRATIVA CONTEMPORANEA
Casa Editrice: BOOKABOOK
 
Prodotto fornito da Bookabook
 
Tra le atmosfere sfumate della lontana e poco conosciuta Vallostica, incontriamo Merry, protagonista di questo romanzo dalle tinte “gialle”, con una grande componente psico-sociologica davvero interessante. Un giovane uomo che abbandona la comodità della vita moderna per ritirarsi nell’ isolomento, un’auto – esclusione dal mondo che da subito incuriosisce il lettore. Merry, infatti,  si rende immediatamente simpatico al lettore: ha due cani, di cui uno con una storia particolare, una gatta che è (anche) lei protagonista femminile indiscussa del libro, ama gli animali, di cui si prende cura con affetto e dedizione. Ma allora perchè ha deciso di vivere come un’eremita? senza televisione, senza telefono: cosa gli è successo? cosa ha fatto per decidere di sottrarsi al mondo sociale?
Piu’ a sud, la famiglia di Sibilla la sta cercando, coinvolgendo un programma televisivo, la cui redazione è composta da personaggi avidi di notizie, scoop e share, in contrapposizione al mondo semplice e fondamentalmente buono di Merry.
E mentre proprio Merry ci mostra le sue ferite profonde, le sue difficoltà nel gestire il prendersi cura dell’altro senza sfociare nell’iper-controllo, vediamo uno spaccato della famiglia di Sibilla che getta dubbi e domande su di lei, sul suo passato, sulla sua vita. Se il lettore, a differenza di Merry e della stessa Sibilla, viene a conoscenza del nome vero della ragazza – con tutto ciò che questo nome comporta in quanto a peso sociale – sembra quasi che la vera Sibilla sia in realtà quella senza memoria. Nel filosofeggiare di Merry emerge la necessità di definirsi attraverso il confine della propria identità, ma Sibilla quasi sfida questa “regola” affermandosi nel non sapere il proprio nome, il proprio passato, che pure emerge con graffi di ricordi, con frammenti di memorie spesso dolorose. Memoria, allora, è dolore? Passa attraverso di esso? sembrerebbe essere questo il campo in comune tra i due ragazzi, gravati da fardelli dolorosi sulle spalle. Il romanzo ci regala uno spaccato storico- sociale- antropologico di tutto rispetto: seppure forzando alcuni pregiudizi, marcandoli con cognizione di causa, l’autore ci porta nel caotico mondo della notizia, dei rampolli, dell’arrivismo e dell’arroganza, della frenesia vacua in cui tutto serve e nulla è davvero necessario.
Allora, Sibilla (come l’amico di Merry, Pipino) deve decidere cosa farne di questa nuova consapevolezza, di questo nuovo stile di vita: accettarlo, contravvenendo al diktat di un mondo che ci vuole iperconnessi ed iper-attivi, o rassegnarsi al ritorno ad una vita di prima, infelice. 
Quella corrente sottile di adrenalina, quella sensazione di catastrofe imminente che a mio avviso deve tingere le pagine di un thriller che possa definirsi tale, si concretizzano in una storia torbida, di violenza fisica e psicologica, purtroppo tanto contemporanea quanto vera e attuale. 
Una storia di violenza, di dolore, ma anche e soprattutto di amore e di rinascita, ricca di personaggi a tutto tondo che incarnano il bene tanto quanto il male, narrati con uno stile fluido e serrato.

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